Weekend double face. A Roma il muro tiene che è una meraviglia, poi la Serie A ci fa ritornare piccoli piccoli. Il pericolo di rimpiangere i "mestieranti".

 

(Nell'immagine: Kelvin Yeboah, 20 anni, uno dei profili "freschi" scelti per la rivoluzione che guarda al futuro)

Ci sono diversi motivi per gonfiare il petto dopo il pari strappato Sabato all'Olimpico.

Il dominio territoriale del Genoa visto a Roma nel primo tempo è qualcosa di clamoroso: gli uomini di Mourinho ci hanno messo cinque minuti per oltrepassare la metà campo e per i primi dieci non hanno visto palla, perdendo possessi sulla propria trequarti a causa del forsennato pressing rossoblu. 
Emblematica in questo senso l'espressione dipinta sul volto di un terrorizzato Maitland Niles quando, non sapendo più che pesci pigliare, al 10° spazza un pallone in rimessa laterale con dieci metri di vantaggio. L'evanescente terzino ex Arsenal viene intelligentemente lasciato da Blessin libero di ricevere sulla fascia sinistra, poichè giocando a piede invertito impiega un tempo di gioco in più per sistemarsi e rendersi potenzialmente pericoloso, dando così il tempo a Hefti di posizionarsi e mangiarselo. Gli sforzi risparmiati ai lati del campo permettono l'aggressione spietata e prolungata di piccoli fazzoletti rettangolari di campo da parte del Grifone, aumentandone l'autonomia ed annullando i giallorossi per quasi un tempo. Benissimo il pacchetto difensivo a partire da... Ekuban, Yeboah, Portanova e Sturaro.
Sì perchè le prime linee svolgono un tale lavoro alle estreme latitudini del campo, da permettere uno sforzo tutto sommato moderato al reparto arretrato vero e proprio, che sale in cattedra dopo i primi trenta minuti con una splendida chiusura di Vasquez su Mkhytharian. Il messicano concede il bis nel secondo tempo su Afena Gyan, a conferma di una perfetta interpretazione di un ruolo che in realtà non gli appartiene. Sul fianco destro, il vero gladiatore nel Colosseo si chiama Silvan Hefti, di cui ho letteralmente perso il conto delle scivolate fra un pallone recuperato e l'altro. Unica "pecca" (se così vogliamo chiamarla) l'esagerata fame agonistica di Ostigard che al minuto 66 decide di strozzare Afena Gyan regalando un meme al popolo rossoblu e rimediando un espulsione che per adesso lo sta più che altro rendendo una leggenda all'interno dell'ambiente. E comunque il norvegese si rifà un minuto prima, quando segna il goal dello zero a zero con un salvataggio mozzafiato sul tiro diretto in rete di Abraham. Ecco appunto, 0-0. Si diceva una volta fosse descrizione di partita perfetta. E allora, volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, seconda partita perfetta consecutiva per i Blessin boys, grazie a una piccola spintarella della dea bendata. 
Dei cinque minuti di Zaniolo si sta parlando in questi giorni più della partita stessa. Il golden boy al 90° si prende il tiro decisivo e attorniato da quattro avversari pesca angolino e tre punti. Poi si leva la maglietta, esulta sotto la curva, si vede annullare l'eurogoal per un pestone di Abraham 30 metri più indietro, si riprende quel tiro, lo calcia alto, si gira, vede Abisso e tre frasi dopo anche il cartellino rosso.
Ci sta la reazione del ragazzo, così come è sacrosanta la decisione dell'arbitro. Stop alle polemiche. E' fallo e, viste le circostanze della situazione specifica, normale che a chi subisce una decisione del genere girino ampiamente le pale. Glielo concediamo? Glielo concediamo.
Stesso discorso vale per il povero Gigi Di Biagio: per quanto di parte possiamo dire che ha comunque fatto meglio di quanto avrebbe potuto il sottoscritto: a parti invertite avrei richiamato come minimo il ricordo di Italia-Corea, recando a tutti i telespettatori cinque minuti spiacevoli.

Detto tutto ciò, è bene ricordare a chi già santifica il nuovo mister per "averci dato la speranza di una salvezza che sembrava impossibile", che a livello di risultati Blessin non ha ancora fatto niente di eccezionale, un pari con l'Udinese (come il suo predecessore) e uno a Roma, con un ringraziamento al 50 di piede di Abraham.
Lui e Spors hanno sicuramente portato avanti una rivoluzione diametralmente opposta a quelle preziosane cui eravamo abituati, acquistando giocatori "freschi" e di proprietà invece dei soliti "navigati". Attenzione però, perchè l'aggettivo "utili" riferito a "freschi" è ancora tutto da dimostrare e andrà conquistato sul campo. Perchè i "bolliti" portati negli anni da Preziosi, i vari Borriello, Criscito, Pandev, Iago Falque, Behrami, Perin, Strootman (ce lo ricordiamo come cambiò la squadra dello scorso anno vero?), fino a Sturaro, tanto criticato ed ora improvvisamente tornato alla ribalta dopo aver ritrovato un filo di continuità e aver detto le parole giuste davanti al microfono, ci hanno sempre condotto al porto in modo sicuro.

E così adesso... ci tocca parlare dei blucerchiati. Stavolta sì, mi spiace. La Samp ha annichilito il Sassuolo trascinata da un "mestierante" devastante come Sensi, mentre l'altro bollito Conti si è iscritto al Puskas con una prodezza da stropicciarsi gli occhi. Guarda un pò proprio quei due scartati un mese fa dai rossoblu in favore della caccia ai talenti nordici.

Potevano vestire il rossoblu anche Nani (a Genova sarebbe venuto a piedi, ma è "vecchio") e Nsame (numeri da capogiro prima di infortunarsi allo Young Boys), invece se li è accaparrati un Venezia che è da inizio anno che sta facendo quello che adesso facciamo noi, e che fino a qui sta vincendo le proprie scommesse, da Okereke a Dennis Johnsen passando per Cuisance.

Queste squadre hanno talento, noi se vogliamo superarle dovremo rispondere con altro talento. Ma chi? Amiri, sicuramente. Poi? Pandev, Caicedo, Fares, tutti messi alla porta. Rientreranno Rovella e Criscito e guadagneremo qualcosa. Ma la sensazione è che manchi ancora qualità. Non resta che scartare i "pacchi regalo" Frendrup e Gudmundsson. Speriamo bene.

Chiudo con il Cagliari, che penso sia un discorso a parte: squadra in grande difficoltà, stanno puntando anche loro su aggressività e resilienza; a Bergamo i pianeti giusti si sono allineati e, fra rossi e uscite per infortunio, i sardi hanno trovato un punto per ogni tiro in porta effettuato nei 90 minuti. Capiterà anche a noi.




Ah, movimento naturale o no, se il pallone non incontra il braccio di Gaston Pereiro l'Atalanta vince la partita.
Gasp potenzialmente a più quattro sulla Juve, Genoa a una partita di distanza da un Cagliari impaurito e ancora in zona rossa.
Un dettaglio.

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